VIDEO| Dopo il divieto del sindaco e le proteste dei titolari degli stabilimenti balneari, un gruppo di ragazzi ha deciso di intervenire con sacchi e rastrelli. Tra loro, in molti provengono dall'America Latina: così hanno voluto ringraziare la terra che ha offerto loro ospitalità
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La stagione turistica è ormai alle porte e, accantonato il periodo buio dell'isolamento forzato, in Calabria, come nel resto d'Italia, gli operatori turistici scaldano i motori. Ma a Praia a Mare, che è tra le località più note della costa tirrenica cosentina, gli stabilimenti balneari rischiano di aprire in ritardo. Per motivi di tutela ambientale, un'ordinanza del sindaco Antonio Praticò vieta l'utilizzo dei mezzi meccanici in diversi punti della costa e così ripulire le spiagge diventa una corsa contro il tempo. Un ulteriore ritardo che, dopo i mesi di pandemia, gli imprenditori non possono permettersi. Così, dopo le polemiche e le proteste social, un gruppo di cittadini ha deciso di aggirare l'ostacolo e ripulire a mano l'arenile da pezzi di legno, plastica e materiali vari. Tra questi, molti arrivano dal Sud America e sono rimasti perché «folgorati dalla bellezza di questo posto, che merita di essere tutelato maggiormente».
Dal Brasile alla Calabria: «Grazie dell'accoglienza»
L'evento è stato organizzato dalla praiese Martina Ielpo, non nuova a questo tipo di iniziative, conosciuta in paese per la sua passione per i viaggi, che l'ha portata in quasi tutto il globo terrestre. In particolare, più volte ha visitato il Brasile, Paese dell'America Latina che ama in particolar modo e con il quale, in questi anni, ha creato un vero e proprio ponte di collegamento. Sono tanti i giovani venuti qui a godersi qualche giorno di vacanza che hanno poi deciso di rimanere in Calabria. Tanti hanno ricominciato una nuova vita e ottenuto il passaggio di residenza in diversi Comuni dell'alto Tirreno cosentino. «Siamo calabresi a tutti gli effetti», ci dicono quando li incontriamo sulla spiaggia di località Fiuzzi e per questo hanno deciso di sostenere la causa ambientalista dei cittadini del comprensorio raccogliendo uno per uno i materiali inquinanti che deturpano l'area all'ombra dell'isola Dino. «Siamo grati a questo posto - dicono in un coro unanime - e noi vogliamo fare qualcosa per ricambiare la calorosa accoglienza e per renderci utili. Non siamo qui solo per la cittadinanza».